FILCTEM-CGIL

Benvenuti nel sito ufficiale della FILCTEM-CGIL dedicato al comparto chimico e farmaceutico della provincia di Catania. Questo blog è un prodotto amatoriale, non è una testata giornalistica né un prodotto editoriale; ad esso non può essere applicato l'art. 5 della legge 8 Febbraio 1948 n. 47 né, tantomeno, l’art. 1 comma 3, legge 7 Marzo 2001 n. 62, poiché l'aggiornamento dei testi non ha periodicità regolare. Questo sito è espressione ufficiale della FILCTEM CGIL di Catania ed è curato da un apposito Comitato di Redazione in accordo alle linee politiche della Segreteria Provinciale.

giovedì 27 agosto 2009

Aziende pontine in crisi

La CGIL, numeri alla mano fa i conti con la crisi economica che ha colpito le aziende locali. Sono quasi 70mila i lavoratori a rischio disoccupazione nel Lazio, 2.821 a Latina. Di questi 1.103 sono in cassa integrazione straordinaria. «I settori produttivi maggiormente colpiti - affermano dal sindacato - sono quelli della meccanica, chimica, tessile, pubblica amministrazione e infine dei servizi». Lo scenario negativo ha indotto la Regione Lazio a mettere a disposizione cifre considerevoli per il reddito minimo garantito da destinare a chi ne abbia le caratteristiche previste dalla legge regionale. Ma questo non consola. Anzi. Settembre sarà il mese della verità. In agenda, il 7, si discuterà della crisi alla Hydro Slim di Cisterna (è stata aperta una procedura di cassa ordinaria per 288 operai più 187 tra impiegati e quadri); il 17 sarà la volta della Nuova Dublo di Latina Scalo (in 65 rischiano il posto di lavoro) mentre sul caso Meccano (Cisterna) si registra solo il silenzio da parte della Pisana. Da fissare il tavolo sulla questione Wyeth-Pfizer. Le nozze d'oro tra le due multinazionali potrebbero avere ripercussioni negative sui livelli occupazioni in provincia.
Tratto da Il tempo-Latina
Alessia Freda
15 agosto

mercoledì 26 agosto 2009

Salari/ Lite Cgil-Cisl sulla detassazione. Camusso: da Bonanni proposta iniqua

Per favorire la contrattazione di secondo livello, territoriale e aziendale, "bisogna ridurre ancora di piu' le tasse eliminandole del tutto sul salario territoriale aziendale". E' quanto ha affermato il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, conversando con i giornalisti durante il meeting di Comunione e Liberazione.
Commentando un'intervista del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, nella quale il governo invita le parti a procedere con i contratti integrativi giovandosi dei benefici fiscali sulla parte di salario pattuita nei contratti di secondo livello contrattuale (territoriale e aziendale), il leader sindacale si e' detto d'accordo lanciando appunto la proposta di defiscalizzare totalmente la quota variabile del salario.
"Mi sembra giusto adattare meglio la tassazione alla contrattazione territoriale e aziendale. A Sacconi e anche al leader della Lega, Umberto Bossi (che propone le gabbie salariali, ndr.), che pongono il problema di come esaltare meglio la contrattazione territoriale e aziendale, chiedo perche' - sono parole del sindacalista - non tagliare del tutto le tasse: tasse zero per tutta la contrattazione di secondo livello. In questo modo anche Bossi sara' contento". Insomma, "per andare verso quello che dice Sacconi bisogna ridurre ancora di piu' le tasse eliminandole del tutto sul salario territoriale e aziendale".
Dello stesso parere il segretario della Uil, Luigi Angeletti, secondo cui e' "giusta" la detassazione totale della contrattazione di secondo livello "perche' piu' si detassa, piu' si mettono soldi nelle tasche dei lavoratori, piu' si incentiva la contrattazione".
Ma la Cgil non ci sta. "E' un errore. Abbiamo già una norma che prevede la detassazione parziale del secondo livello ed è sufficiente: oggi la priorità è la detassazione del lavoro dipendente", afferma la segretaria confederale della Cgil, Susanna Camusso, intervistata da Affaritaliani.it. "Non si può infatti costruire una discriminazione per cui chi ha la fortuna di stare in un luogo dove si fa la contrattazione di secondo livello ha un dioppio beneficio, mentre il lavoratore di un'azienda più povera o in difficoltà deve continuare a pagare tasse assolutamente eccessive rispetto al potenziale di reddito", spiega la Camusso. Che conclude: "C'è un errore di prospettiva, anche perché la contrattazione di secondo livello riguarda neanche il 20% dei lavoratori dipendenti".
AffariItaliani.it
24 agosto

Epifani: "Sui contratti la Cgil sarà presente a tutti i tavoli"

Intervista al Segretario generale della CGIL

Ci sono i segnali di ripresa e la disoccupazione che aumenta. I banchieri centrali ottimisti e i manager tedeschi che ammettono candidamente di attendere l’esito delle elezioni in Germania per ristrutturare le aziende. Per spiegare il momento che attraversa l’economia Guglielmo Epifani usa la metafora del pozzo: «Quello in cui siamo caduti è profondo cento metri. Siamo arrivati in fondo, ma prima di tornare all’aperto passeranno anni».
Il segretario della Cgil ci tiene a dire che fino a quel momento la sua organizzazione «farà la sua parte e avanzerà le sue proposte» per evitare ulteriori contraccolpi sul Paese. «Senza ideologismi», a partire dalla trattativa sugli imminenti rinnovi contrattuali che tanto preoccupano il leader della Cisl Raffaele Bonanni: «Può stare tranquillo, non siamo intenzionati ad abbandonare nessun tavolo. Si facciano dei buoni contratti nazionali, e vedrà che ne avranno un beneficio anche le intese aziendali».
Eppure Confindustria, governo, Cisl e Uil vi rinfacciano ancora di non aver firmato l’accordo la scorsa primavera.
«Non siamo mai stati ideologicamente contrari ai contratti di secondo livello. Tutti sanno i motivi per i quali non firmammo».
Ce li ricorda?
«Quell’intesa esclude dal salario aziendale metà dei lavoratori, in particolare delle piccole imprese. Noi invece siamo favorevoli alla estensione del secondo livello a tutti i lavoratori. Secondo: non tutelava il salario nazionale dall’andamento dell’inflazione. Terzo: permette la deroga al contratto nazionale sia in termini di salario minimo che di diritti sindacali».
Poi è arrivata la crisi. E le priorità sono cambiate. E’ così?
«Era inevitabile che accadesse. Ora il problema è dare un salario a chi il lavoro lo sta per perdere o l’ha perso». Emma Marcegaglia invoca più risorse per la cassa integrazione. Eppure il governo ha stanziato otto miliardi di euro. Possibile che non bastino?«Prima che una questione di risorse nominali, c’è un problema di applicabilità. Nella babele di norme introdotte non abbiamo ancora capito se l’estensione dei trattamenti di cassa produrrà lo stesso automatismo del passaggio dalla ordinaria alla straordinaria. Ovvero, se ad un certo punto, allo scadere delle 52 settimane, le imprese che chiederanno di farne ancora uso saranno costrette a piani di ristrutturazione. Se il governo estendesse la “cig” ordinaria a 104 settimane, il problema non si porrebbe».
Voi temete un forte aumento della disoccupazione. Eppure gli indicatori ci dicono che la ripresa è vicina.
«Nessuno nega che abbiamo iniziato a risalire il pozzo. Ma per tornare ai livelli di produzione e di occupazione del 2007 dovremo attendere il 2013 o 2014. Su questo tema noto nel governo un atteggiamento evasivo».
Emma Marcegaglia chiede anche un fondo pubblico-privato per la ripatrimonializzazione delle imprese. E una più forte detassazione e decontribuzione del salario territoriale. Che risponde?
«D’accordo sulla prima richiesta, solo in parte sulla seconda. E’ vero, esiste un problema, tuttora irrisolto, sulla decontribuzione di una parte del salario aziendale che non ha copertura da parte dello Stato. La detassazione del salario aziendale al 10% è sufficiente. Il problema è che di accordi se ne fanno pochi per le resistenze delle imprese».
Questo atteggiamento non è per loro un ottimo alibi? Se voi dite no all’aumento della detassazione, il secondo livello non decolla. La Marcegaglia è preoccupata di questo.
«Le cose vanno viste nella loro concretezza. Nonostante il no all’accordo, noi saremo responsabilmente seduti a tutti i tavoli. Si facciano dei buoni contratti nazionali, se si ascolterà quel che ha da dire la Cgil ci sarà anche la nostra firma con il voto dei lavoratori. Il punto è che mentre i salari italiani restano i più bassi d’Europa, l’Irpef è l’unica voce di entrata che non conosce crisi. La via d’uscita è la riduzione fiscale di tutti i redditi da lavoro».
Se il governo lo facesse, si aprirebbe una voragine nei conti pubblici.
«Le soluzioni si possono trovare. Ciò che non accetto è l’idea di far pagare sempre il prezzo del risanamento ai lavoratori a reddito fisso e ai pensionati. Su questi temi ci sono state posizioni incoraggianti sia di Confindustria che della Banca d’Italia: detassare i salari sarebbe un ottimo modo per sostenere la domanda interna, tanto più in questa fase».
Invece di abbassare le tasse a tutti, non è meglio dare più salario a chi se lo merita rafforzando i contratti aziendali?
«Che c’è di meritocratico nello stabilire i salari semplicemente in base al luogo in cui li si concorda? Incentivare la meritocrazia non ha solo a che fare con il contratto aziendale».
La crisi farà salire la spesa per pensioni e il governo sarà costretto a discutere di come ottenere maggiori risparmi. Anche in questo caso farà la sua parte?
«I problemi sulla previdenza sono due: garantire una pensione dignitosa ai giovani che ci andranno con il sistema contributivo e un’età flessibile di uscita dal lavoro per chi ha i requisiti della vecchiaia. Sono le stesse cose che talvolta ho sentito dire nel Pdl da Giuliano Cazzola. Ma anche su questo vedo il governo distratto. Così come è assente sulla disciplina dei lavori usuranti e sul potere di acquisto delle pensioni».
Corriere della Sera
25 agosto 2009
ALESSANDRO BARBERA

Dopo l'aut aut di Sacconi la CGIL ricorda le ragioni del NO all'accordo separato

Un modello che non allarga la contrattazione e non aumenta il potere d'acquisto

Dopo l’aut aut imposto dal ministro del Lavoro, ovvero rinnovare i contratti secondo il nuovo e separato modello contrattuale o altrimenti salteranno gli sgravi sul secondo livello, vale la pena ricordare le ragioni di merito che hanno indotto la CGIL a non firmare la riforma contrattuale lo scorso 22 gennaio a Palazzo Chigi così come, logica conseguenza, l’intesa applicativa dell’accordo quadro sancita il 15 aprile. Il nuovo modello contrattuale, come sostenuto più volte dalla CGIL, non allarga la contrattazione ma, al contrario, la riduce. L’accordo separato conferma i due livelli, ovvero il contratto collettivo nazionale di lavoro e la contrattazione di secondo livello, ma si evince che, riguardo al secondo livello, ci si limiterà alla “attuale prassi”, cioè quella stabilita negli accordi del 1993. Non c'è quindi alcun concreto allargamento della contrattazione, il che prefigura un modello rigido senza alcun punto di innovazione. Inoltre, non solo la contrattazione di secondo livello coinvolge pochi lavoratori, circa il 25%, ma soprattutto in tempi di crisi quest'ultima diminuisce, non di certo aumenta. Quanto all’aumento contrattuale, questo deriverà dall’IPCA (Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi dell’Unione) depurato dai prodotti energetici e la verifica su eventuali scostamenti si fa sempre rispetto all’inflazione depurata. Un modo per non recuperare mai l’inflazione effettiva. Il valore punto, o la base di calcolo, su cui misurare la tutela del potere d’acquisto nei contratti viene ridotto e che determinerà una perdita strutturale e definitiva. Il solo utilizzo di un valore punto basato sui minimi tabellari (mediamente 15,74 euro) e, pertanto, tra il 10% e il 30% più basso del valore punto attualmente adottato dalle categorie (mediamente 18 euro).Il soggetto terzo deputato a calcolare il nuovo metro inflattivo, cioè l’Ipca, è l’ISAE (l'Istituto di studi e analisi economica) che è un ente pubblico di ricerca legato al Ministero del Tesoro e per questo non corrisponde a caratteristiche di imparzialità nella contrattazione. Infine, nel testo dell’accordo separato si prevede la possibilità di deroghe sia per crisi che per sviluppo ai contratti collettivi nazionali di lavoro di categoria. Un aspetto che rischia di diventare un punto di riferimento obbligato per le scelte contrattuali. Una cosa sarebbe ipotizzare, limitatamente ai casi di crisi aziendale, forme positive di intervento, altra è prevedere una derogabilità dal contratto nazionale che può scatenare una competizione sleale tra le imprese e al ribasso per i lavoratori.
Tratto da www.cgil.it 26 agosto 2009

venerdì 21 agosto 2009

Comunicato ai Lavoratori

La Segreteria Provinciale della FILCEM-CGIL di Catania, in relazione all’assemblea tenutasi in data 06 agosto, sostiene che i lavoratori non si sono espressi manifestando il proprio parere sull’ipotesi di accordo sul premio di partecipazione, in quanto si aspettavano che le Organizzazioni Sindacali esprimessero in modo chiaro una linea. Tuttavia, tale linea, a nostro avviso, è stata perseguita male, in quanto gli stessi lavoratori si aspettano che venga chiuso un accordo sul Premio di partecipazione.
La FILCEM ribadisce che l’ipotesi avrebbe consentito ai lavoratori di percepire un premio che in definitiva è una mensilità aggiuntiva e questo in un contesto difficile e delicato per la nostra Azienda.
La Segreteria Provinciale della FILCEM ribadisce altresì che senza un accordo i lavoratori non percepiranno un Premio di Partecipazione e dichiara con forza che coloro che hanno deciso, sulla base di interessi corporativi e personali, che i lavoratori non debbano percepire il premio, dovranno assumersi le proprie responsabilità nei confronti di tutti i lavoratori, inclusi quelli che, a parole, dichiarano di rappresentare e difendere.
FTO: G. Romeo
Segr. Prov. FILCEM CGIL- Catania
07 Agosto 2009

mercoledì 19 agosto 2009

Il pifferaio magico

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C’è una nota storia nella quale un pifferaio magico riesce a portare via tutti i bambini di un villaggio. La sua musica incantata faceva si che tutti i bimbi ammaliati ed estasiati venissero diretti verso l’orlo di un precipizio...

venerdì 14 agosto 2009

Chimici - Alberto Morselli (FILCEM-CGIL): "così muore la FULC"

"Così muore la FULC, non si può rimanere del tutto schiacciati dall'accordo separato del 15 aprile" è il commento di Alberto Morselli, segretario generale della FILCEM-CGIL.
La Federazione unitaria dei chimici che in passato era stata all'avanguardia per soluzioni innovative e avanzate, che aveva nel DNA spirito unitario, nuove e moderne relazioni industriali, collaborazione e solidarietà tra i gruppi dirigenti sindacali, rischia irrimediabilmente di spezzarsi.
"E a subirne le conseguenze saranno, purtropp, solo le lavoratrici e i lavoratori", aggiunge Morselli. "In ogni caso" conclude il segretario della FILCEM-CGIL "noi vareremo la nostra piattaforma contrattuale il prossimo 15 settembre a Chianciano, dopo un'ampia consultazione tra tutti i lavoratori. Non smetteremo di lavorare per un contratto unitario".

Ipotesi di Piattaforma per il rinnovo del C.C.N.L. Chimico-farmaceutico

Il 31 dicembre 2009 scadrà il nostro C.C.N.L. ovvero quello del settore chimico - farmaceutico che interessa circa 210.000 addetti sul territorio nazionale.
La FILCEM-CGIL, in coerenza coi rapporti unitari fin qui praticati, si è impegnata con FEMCA e UILCEM per la predisposizione di piattaforme unitarie per il rinnovo del C.C.N.L in scadenza; l'accordo separato per la riforma degli assetti contrattuali siglato lo scorso gennaio da CISL e UIL con Confindustria ha reso impraticabile tale obiettivo unitario (ricordiamo che il referendum indetto dalla sola CGIL tra i lavoratori ha avuto come risultato 3.464.178 voti contrari al suddetto accordo). Conseguentemente, come sta di fatto avvenendo in tutti i settori interessati dai rinnovi contrattuali, anche la FILCEM-CGIL ha predisposto una piattaforma di singola Organizzazione, senza rinunciare a perseguire l'obiettivo di rinnovi unitari del C.C.N.L.
Per visionare l'ipotesi di piattaforma contrattuale proposta dalla FILCEM-CGIL clicca sul seguente link:

martedì 11 agosto 2009

Per la Wyeth ripresa possibile

«L’industria farmaceutica Wyeth in questo momento vive una fase delicatissima, a causa delle perdite di fatturato dell’antibiotico Tazocin che è il farmaco di punta dello stabilimento catanese». Giovanni Romeo (Filcem - Cgil), Margherita Patti (Cgil), Rosy Campione (Femca - Cisl), e Alfio Avellino (Uilcem - Uil), in una nota congiunta esprimono preoccupazione per la situazione dell’industria catanese dopo l’annuncio che alla fine dell’estate sarà abolita un’intera squadra di lavoro attraverso il mancato rinnovo di 70 contratti a tempo determinato. Tutto ciò è determinato dal fatto che, a causa dell’avvento dei generici, molti Paesi europei hanno azzerate le commesse di Tazocin, prodotto nello stabilimento della Wyeth di Catania.
Ma i segretari provinciali delle categorie sindacali difendono con determinazione l’accordo stipulato in previsione di tale difficile situazione, accordo che estende dai 36 mesi previsti dalla legge vigente a 72 il periodo di lavoro a tempo determinato. Ma c’è una notizia da tenere in considerazione: la ripresa dei volumi di produzione del Tazocin (grazie alla registrazione del farmaco in corso in tantissimi nuovi paesi quali quelli dell’America Latina, della Russia e di molti Paesi dell’Asia) e l’acquisizione della Wyeth da parte della multinazionale Pfizer, leader mondiale
dell’industria farmaceutica, potrebbe portare ad un rilancio del sito che già adesso è uno stabilimento di eccellenza.
L’accordo in questione può diventare dunque uno strumento a forte tutela dei lavoratori precari. Tale accordo, infatti, prevede una continua vigilanza da parte delle organizzazioni sindacali finalizzate a garantire la continuità lavorativa e l’obbligo da parte dell’Azienda, ogni qual volta ciò si renderà possibile, di assumere dal ’bacino di utenza’ dei lavoratori precari che hanno prestato e prestano servizio per la Wyeth. In più l’accordo prevede un percorso di stabilizzazioni attuabile quando le condizioni produttive saranno rilanciate. Cgil, Cisl e Uil, confidando sullo sviluppo dello
stabilimento che oggi fornisce reddito a circa 1500 famiglie (includendo i lavoratori dell’indotto), ribadiscono che "l’accordo sui precari sarà il solo strumento che potrà garantire a tali lavoratori di non essere espulsi definitivamente dalla produzione all’interno dello stabilimento farmaceutico
catanese».
C. D. M.
La Sicilia 11 Agosto 2009

La voce libera della CGIL

L’altro giorno in assemblea il segretario dell’UGL Chimici di Catania ha sostenuto che gli ‘attacchi politici’(chiaro riferimento al comunicato stampa della segreteria della FILCEM-CGIL di Catania sui motivi della rottura con la UGL) fatti da qualcuno (chiaro riferimento al sottoscritto), addirittura metterebbero a rischio l’incolumità fisica del Signor Giuseppe La Mendola, che secondo quanto dichiarato dallo stesso, nel corso dell’assemblea, avrebbe ricevute delle e-mail anonime di minaccia.
Qualora ciò fosse vero (ed ovviamente non è intento di chi scrive mettere in discussione la parola di un dirigente sindacale) non potrei che esprimere, così come ho tentato di fare in assemblea (mentre un gruppetto sparuto di provocatori mi impediva di parlare), la solidarietà dell’organizzazione che ho l’onore di rappresentare e mia personale.
Ciò non toglie, tuttavia, che nessuno potrà mai zittire la FILCEM-CGIL. Nessuno ci potrà mai impedire di parlare, e l’ultimo in grado di farlo potrà essere proprio il signor La Mendola. Noi siamo una voce autonoma ed abbiamo una strategia a sostegno dei lavoratori. Noi diciamo ad alta voce quello che pensiamo. Noi, come ho già avuto modo di dire, siamo una voce fuori dal coro.
Se al signor La Mendola non piacciono la nostra linea, la nostra strategia ed il nostro impegno a sostegno di tutti i lavoratori, ce ne dispiace per lui. Ma questo non cambierà le cose.
Ormai chi si oppone al pensiero unico diventa un terribile provocatore che addirittura metterebbe a rischio l’incolumità fisica del sedicente portatore della verità. Del resto, gli esempi di questo comportamento di disprezzo per la libertà, vengono dai piò alti livelli istituzionali: se il (purtroppo) nostro primo ministro insegna ciò con le sue bordate continue fatte nei confronti del quotidiano Repubblica e di RAI 3, anche un semplice delegato sindacale può adottare questi comportamenti (visto che l'area politica di appartenenza è la stessa). Ed allora diciamo chiaramente una cosa: non ci si venga a dire che contestare, criticare e contrastare una strategia e dei metodi che non condividiamo possa mettere a rischio qualcun altro. Noi che siamo pacifisti e non violenti (valori questi scolpiti nel nostro DNA) riteniamo che il confronto può solo arricchire, la dialettica può solo fare bene, le differenze di opinione sono un valore. Ma noi leggiamo e stimiamo Voltaire e Russeau. Noi siamo democratici.

lunedì 10 agosto 2009

COMUNICATO AI LAVORATORI PRECARI

La Segreteria Provinciale e la RSU della FILCEM-CGIL comunicano che a seguito delle dichiarazioni aziendali del 30/07/09 (vedi comunicazione FILCEM-CGIL del 30/07/09) è in corso la creazione di un archivio nominativo di lavoratori precari a cui non è stato o non verrà rinnovato il contratto.
Tali informazioni si rendono necessarie poichè la HR, per motivi legati a procedure aziendali sulla privacy, non può fornire elenchi o tabulati nominativi ma solo la consultazione di detti elenchi.
Per ovviare a ciò la Segreteria FILCEM-CGIL ritiene opportuno creare il proprio archivio in modo che si possa vigilare sulla corretta modalità di rientro.
I dati richiesti per la creazione di questo archivio, oltre che la data di "stacco" dovranno, possibilmente, comprendere anche l'anno di assunzione (anche Manpower) e il numero di totale di mesi lavorati, ed eventuale contatto telefonico.

Potete far pervenire i Vostri dati a:

Giovanni Romeo
mail:giovanni.romeo@filcemcatania.com
cell:3386334632

Salvo Niciforo
mail:salvoniciforo@gmail.com
cell:3462122333

La scrivente Organizzazione Sindacale si impegna a trattare i dati solo per le finalità di cui sopra, con l'obiettivo di tutelare tutti i lavoratori con politiche attuabili e senza vincoli di sigla o tessera.
Giovanni Romeo
Segretario Provinciale
Filcem-CGIL Catania

Wyeth: La FILCEM-CGIL raddoppia in rete

Giorno 3 agosto, i compagni e colleghi della FILCEM-CGIL dello stabilimento Wyeth di Aprilia, hanno aperto il loro blog. Consigliamo ai nostri lettori di visitare il sito perchè è già ricco di informazioni interessanti.
L'obiettivo che ci siamo posti come FILCEM-CGIl della Wyeth di Catania e di Aprilia, è quello di marciare compatti ed affrontare insieme le tematiche comuni ai due stabilimenti, cosa che in questo momento specialmente, risulta di importanza determinante.
Come potrete notare, nella sidebar a destra del corpo del testo del blog, troverete il link relativo al sito dei compagni di Aprilia. Analogamente, il loro blog presenta un collegamento al nostro.
La Filcem.CGIL della Wyeth di Catania e la Segreteria Provinciale, augurano successo al nuovo blog: ritengo che cresceremo insieme ed uiti saremo più forti.
Ci congratuliamo con i compagni di Aprilia e li ringraziamo per le parole di apprezzamento che hanno usate nei nostri confronti.

mercoledì 5 agosto 2009

Comunicato stampa della FILCEM CGIL di Catania

La Segreteria della Filcem Cgil di Catania riunita in data 1 Agosto nei locali della camera del lavoro di via crociferi 40 ha analizzato la difficile condizione vertenziale che la categoria sta attraversando.
Dall’analisi fatta nella Relazione del Segretario Generale Giuseppe D’Aquila, non giungono purtroppo segnali di ripresa significativi, “anzi” , la crisi a Catania e nella sua provincia, sembra essere entrata nel vivo e le ripercussioni negative le vivono quotidianamente le lavoratrici ed i lavoratori dei tanti settori che rappresentiamo.
Chimica, Farmaceutica e Gomma e Plastica, sono i settori più colpiti dalla crisi.
La vertenza Cesame, pur calmierata dall’accordo raggiunto al Ministero del Lavoro sulla Cassa integrazione straordinaria che, serve a dare un po’ di ossigeno ai 140 lavoratori che da 20 mesi non percepiscono alcun sostegno al reddito, per quel che riguarda la Filcem Cgil è tutt’altro che chiusa. La priorità assoluta era e rimane la ripresa produttiva di un azienda e di un marchio che E’ e DEVE continuare a rappresentare il fiore all’occhiello del Made in Italy della ceramica Sanitaria nel mondo, per l’Italia, per la Sicilia e per Catania.
Anche la Wyeht azienda con oltre 1000 dipendenti fra diretti ed indiretti, vive l’acquisizione di Pfaizer all’ombra di una spada di Damocle pronta a cadere sulla testa dei lavoratori i quali potrebbero subire una pesante ristrutturazione con tutte le conseguenze del caso.
Nel comparto Chimico e Gomma e Plastica, aziende che ormai da anni utilizzano ammortizzatori sociali come i contratti di solidarietà e cassa integrazione guadagni hanno già annunciato un esubero strutturale che potrebbe mettere a rischio ulteriori decine di posti di lavoro.
A questi casi, certamente più eclatanti che, purtroppo non sono certo gli unici, si aggiungono una miriade di aziende che nella migliore delle ipotesi avviano quotidianamente procedure di Cassa integrazione guadagni ordinaria per resistere agli ormai devastanti fermi produttivi dovuti dalla crisi di commesse.
Non fanno eccezione le multinazionali Enel, Gas Natural ed il gruppo Eni, realtà in continua evoluzione, sempre alle prese con spesso colossali ristrutturazioni che, non riescono a rispondere alle vere esigenze di sviluppo delle aziende ma soprattutto non si radicano, per come dovrebbero, nel nostro territorio e quindi determinano incertezze fra i lavoratori.
Anche le aziende Partecipate vivono una pesante ristrutturazione dopo anni di gestione scellerata che ha determinato una condizione devastante per le stesse realtà aziendali e per i lavoratori, in queste purtroppo ancora oggi non intravediamo un progetto chiaro di sviluppo. Il rischio rimane quello di sviluppare, attraverso queste, una mera politica di cassa per il Comune e non di sviluppo sano e produttivo.
La Segreteria della Filcem Cgil, in relazione a quanto descritto, considerando che tali ripercussioni potrebbero interessare migliaia di lavoratori nella Provincia di Catania, plaude all’azione che Cgil Cisl e Uil unitamente alle associazioni imprenditoriali stanno mettendo in campo per intervenire direttamente sui problemi della crisi a Catania. Riteniamo che bisogna intervenire in fretta, con decisione e determinazione sui problemi che rischiano di diventare giorno dopo giorno drammi di carattere sociale per migliaia di lavoratori. Per questo motivo riteniamo indispensabile che oltre al sindacato ed alle associazioni imprenditoriali, le Istituzioni debbano fare la loro parte con senso di responsabilità, “senza se e senza ma”, accantonando le faide politiche nell’interesse di un tessuto sociale che vive drammi quotidiani sempre più devastanti.
Incombe contestualmente la stagione dei rinnovi contrattuali, la Filcem Cgil ne ha 15 da rinnovare entro il 31 dicembre 2009.
Il percorso democratico che la Filcem Cgil si è prefissata di intraprendere passerà dalla proclamazione delle assemblee informative in tutte le realtà produttive dal 1 al 14 settembre nelle quali espliciteremo alle lavoratrici ed ai lavoratori i contenuti delle piattaforme contrattuali della Filcem Cgil ed i motivi della rottura dell’unità d’azione sindacale esercitata da Femca Cisl e Uilcem Uil vincolate dall’accordo sul modello contrattuale firmato da Cisl e Uil e non dalla CGIL, per poi approvare alle assemblee nazionali che si svolgeranno a Chianciano dal 15 al 18 Settembre, le piattaforme emendate dai lavoratori.
Pur ritenendo un atto grave la rottura dell’unità sindacale, La Filcem Cgil di Catania che continua a perseguire il concetto di unità d’azione del sindacato un valore imprescindibile dell’azione sindacale stessa, ritiene indispensabile evitare che le conseguenze di tali atti si ripercuotano nella gestione delle difficili vertenze territoriali.
Riteniamo che la scelta che ha fatto la Filcem Cgil sui rinnovi dei contratti sia coerente e soprattutto democratica, riteniamo che i lavoratori se informati correttamente e non strumentalmente siano in grado di fare le scelte migliori per la propria tutela a garanzia del loro futuro.
Il Segr. Generale
Filcem Cgil
Giuseppe D’Aquila
Il comunicato stampa è stato pubblicato sulla sicilia di oggi: http://giornale.lasicilia.it/giornale/0508/CT0508/CR/CR03/navipdf.html

lunedì 3 agosto 2009

Le ragioni di una scelta

Come abbiamo comunicato in precedenza, la FILCEM-CGIL ha deciso di istituire un tavolo di trattative separato con la Direzione Aziendale. E come abbiamo comunicato, la decisione è stata determinata dalla nostra volontà di non volere più sederci con la UGL-Chimici in quanto siamo fortemente in disaccordo con le posizioni ed i metodi del Segretario Generale di questa organizzazione.
In questa sede, vogliamo ribadire che la nostra posizione rimane di dialogo e di ricerca, se è possibile, di posizioni unitarie nei confronti delle altre organizzazioni sindacali. Ma da questo momento, la nostra rottura con la UGL-Chimici è netta, chiara e decisa.
Noi riteniamo che le politiche sindacali intraprese dall’attuale segreteria di tale organizzazione, siano assolutamente in contrasto con ciò che secondo noi è l’interesse del sito di Catania e dei lavoratori che vi prestano servizio. Noi riteniamo, inoltre, che certi metodi usati nei confronti di altri dirigenti sindacali, non fanno onore a nessuno, anzi qualificano chi li utilizza e noi tali metodi li condanniamo con forza e determinazione. Noi in ogni caso, riteniamo che sia nostro dovere, nell’interesse dei lavoratori che rappresentiamo e nell’interesse di tutto il sito produttivo di Catania, distinguerci nettamente da posizioni e metodi che riteniamo sbagliati e dannosi.
Non entriamo nel merito di discussioni che ci porterebbero a disquisizioni da cortile, cosa che non fa parte né del nostro stile né della nostra cultura. Ma una cosa possiamo dirla con fermezza: nel momento in cui i problemi che si devono affrontare sono gravi e pesanti, noi possiamo affermare a gran voce di essere coerenti con quanto abbiamo sempre detto (e di cui le pagine di questo blog sono una testimonianza). Altri, invece, si trovano già e si troveranno sempre più in difficoltà. Ma questo è un loro problema.
Avremmo preferito essere noi dalla parte del torto, quando qualcuno ci tacciava di esagerazione ed altro; avremmo preferito che coloro che propagandavano strumentalmente uno stato di benessere aziendale (che non c’era) avessero avuto ragione. Ma purtroppo (come era prevedibile) avevamo ragione noi.
Ma noi non ci fermiamo alle analisi ma vogliamo trovare soluzioni ai problemi, vogliamo incidere sulle cose ed essere determinanti sulle scelte nell’interesse di tutti i lavoratori. Vogliamo riuscire a definire strategie che ci consentano di superate nel migliore dei modi tutte le difficoltà che a brevissimo affronteremo. Tutto questo, secondo noi, non può essere fatto con l’attuale segreteria della UGL Chimici di Catania.